Hai rovinato il tuo maglione di lana preferito lavandolo male? conosci già il segreto per recuperarlo?

Certe mattine, nella fretta, si finisce per infilare il bucato in lavatrice senza troppe cerimonie. Il risultato? Maglione che prima cadeva morbido sulle spalle ora pare cucito per un Infante. Non serve fustigarsi. Capita più spesso di quanto si pensi. Ma prima di archiviare il danno come irreversibile, forse vale la pena so dare qualche rimedio domestico, anche se non sempre risolutivo.

Alcuni consigli che arrivano dai social

Sui social si trovano consigli per ogni male, anche per quelli tessili. Uno dei trucchetti più chiacchierati consiste nell’ immergere il maglione incriminato in acqua fredda con balsamo per capelli. Due cucchiai, niente di più. Poi lo si lascia mollo, sì risciacqua con acqua tiepida, e infine si fa asciugare steso. Alcuni giurano che funziona, altri ottengono solo un maglione si morbido, ma ancora mignon.

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Il balsamo, in teoria, dovrebbe ammorbidire le fibre renderle meno incline a restare aggrovigliate. Non è una teoria del tutto campata per aria. Secondo alcuni tecnici tessili, il procedimento ha una parvenza di logica, ma i risultati sono altalenanti sulle parti solo lievemente infeltrite può avere un minimo effetto. Se invece il danno è profondo, si parla del nulla.

Chi ha più esperienza con le fibre naturali sa che certe pratiche passano di generazione in generazione. Una delle più gettonate consiste nell’uso del bicarbonato con l’acido tartarico. Una notte in ammollo con il primo, poi altre 6 ore con il secondo. Il risultato? Talvolta sorprendente. Ma richiede pazienza, e un pizzico di fede nell’effetto dell’alchimia casalinga.

Rimedi da provare e testare

Altro tentativo degno di nota prevede l’uso dell’ammoniaca o dell’alcol etilico. Due liquidi non proprio rassicuranti, eppure presenti in quasi tutte le credenze. Si versa tutto in acqua tiepida, si lascia il maglione in pace per 24 ore. Dopo, risciacquo freddo e asciugatura rigorosamente in orizzontale. Niente sole, niente termosifoni. L’effetto può variare, ma in certi casi il capo si rilassa visibilmente.

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Alcuni, spinti dalla disperazione, sperimentano con il latte. Mezza bottiglia in una bacinella, acqua fredda e via. Il maglione riposa lì per due ore. Pare che il latte riesca a distendere le trame, quasi fosse una ninna nanna per la la lana. Dopo, lavaggio delicato con sapone di Marsiglia e asciugatura piatta. Funziona? Talvolta si.

C’è chi non si ferma qui e si lancia in esperimenti che rasentano l’intruglio da strega. Sapone da bucato, alcool, ammoniaca, trementina: una miscela che potrebbe scoraggiare anche il più temerario. Il maglione si immerge senza remore e si lascia lì, come in un bagno di purificazione. Il giorno dopo, risciacquo freddo asciugatura lenta, e speranza. In certi casi torna quasi alla forma originaria, in altri no.

Altri rimedi per recuperare il tuo maglione

Per chi ama giocare con limone e aceto, esiste anche questa possibilità. In una bacinella, acqua tiepida, abbondante balsamo, succo di due limoni, e aceto di mele. Dopo un’ora, si passa a una seconda vasca. Si lascia lì per altri 20 minuti. Poi si stende senza strizzare, lasciando che il peso dell’acqua aiuti a distendere la trama.

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Un’alternativa meno fantasiosa, ma più tecnica, è provare con il ferro da stiro. A vapore, senza calcare, e con attenzione maniacale. Si allungano le fibre un po’ alla volta, con movimenti delicati. Non è semplice, ne garantito. Alcuni preferisco affidarsi a una tintoria. Li sanno come agire senza fare ulteriori disastri. Ma anche i professionisti, talvolta, alzano le mani: non tutti i danni si aggiustano.

Va detto: non tutti tessuti reagiscono allo stesso modo. Un maglione di lana infeltrito ha ben poche speranze. Il cashmere è ancora più delicato. Alcuni capi, dopo un lavaggio errato, sembrano persi per sempre. Altri invece, magari meno costosi o più grezzi, sopportano meglio i trattamenti casalinghi. Il rischio è sempre quello di peggiorare la situazione. Agire con parsimonia, insomma.

Leggi bene le etichette

Non va trascurata un’osservazione piuttosto lapalissiana: prevenire sempre meglio. Leggere l’etichetta, usare programmi delicati, niente acqua calda, niente centrifuga aggressiva. Certi errori nascono da distrazioni banali. Talvolta si può rimediare, ma spesso non. Conviene perdere 2 minuti in più a impostare correttamente la lavatrice anziché ritrovarsi con un capo irriconoscibile.

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C’è poi il dilemma se valga davvero la pena provarle tutte. Alcuni preferiscono considerare il capo irrimediabilmente perso e trasformarlo in altro: scaldacollo, cuscino, persino sacchetto profumato per l’armadio. Un modo creativo per non buttare via tutto. Meglio un riutilizzo che l’ennesimo oggetto gettato nell’oblio dell’indifferenziata.

Alla fine, la verità è semplice: non esiste un rimedio universale. Qualche trucchetto funziona, altri sono solo palliativi. Ogni maglione ha la sua storia, la sua fibra, la sua resistenza. Non resta che tentare, con moderazione senza troppe aspettative. Talvolta funziona. Talvolta no. Ma almeno si è provato a salvarlo, anziché gettarlo via al primo segno di disfatta.

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